Certamente l’energia nucleare è la più economica e anche quella che, storicamente, ha fatto meno morti rispetto a tutte le altre fonti, nonostante i disastri di Černobyl’ e Fukushima Dai-ichi. Tuttavia, condivide con petrolio, metano e carbone lo svantaggio di tirar fuori dalle viscere della terra energia che finisce con l’aumentare quella termica dell’atmosfera.
Invece l’energia idrica (cascate), solare (termica e fotovoltaica) ed eolica (vento e mare) sono forme già presenti nell’atmosfera. Catturarle e trasformarle non cambia il bilancio globale energetico e quindi non contribuiscono al riscaldamento globale. Ecco perché sono le fonti da privilegiare, nonostante il costo possa essere a volte più alto di altre fonti fossili o atomiche. Possono provocare cambiamenti locali perché, ad esempio, il sole non riscalda più il terreno sotto i pannelli, ma nel complesso è certamente meglio che aggiungere energia come farà la fusione nucleare. Il giorno in cui avremo produzione di energia facile e a basso costo da fusione, andremo incontro a seri problemi perché la utilizzeremo per riscaldare e raffreddare intere città, disperdendo energia termica nell’atmosfera in quantità molto superiore a quelle attuali.